Il reflusso biliare, o reflusso di bile, consiste nella risalita di bile dal duodeno nello stomaco e, in alcuni casi, fino all’esofago.
La bile è un liquido digestivo alcalino, di colore verde-giallo, che contribuisce attivamente al processo digestivo e all’assorbimento dei nutrienti. È prodotta dal fegato, immagazzinata nella cistifellea (chiamata anche colecisti) e rilasciata nell’intestino tenue quando ci sono grassi da digerire. Questa è costituita principalmente da acqua, nella quale sono disciolti diversi componenti: acidi biliari (e i loro sali), elettroliti, colesterolo, fosfolipidi, proteine e bilirubina, un pigmento di colore giallo-arancio che rappresenta il prodotto di scarto della trasformazione dell’emoglobina del sangue. Nel processo digestivo, la secrezione della bile ha diverse importanti funzioni:
In condizioni normali, il cibo introdotto nell’organismo dalla bocca, segue un percorso verso il basso attraverso gli altri organi che compongono l’apparato digerente: le valvole poste all’estremità di ciascun organo si aprono quel tanto che basta per far passare la sostanza nell’organo successivo, in un’unica direzione. Se, però, queste valvole (chiamate sfinteri) non funzionano correttamente, può accadere che il materiale torni indietro, risalendo verso gli organi in cui non dovrebbe essere più presente. Nel caso del reflusso biliare, è la valvola pilorica la responsabile della risalita della bile nello stomaco.
I sintomi caratteristici e più comuni del reflusso di bile sono:
Per quanto riguarda la durata dei sintomi non esiste un range: dopo la prima comparsa può presentarsi più volte alla settimana ed essere persistente fino a che non si adottano rimedi ad hoc.
Molti sintomi del reflusso biliare sono comuni a quelli delle persone che soffrono di reflusso gastroesofageo e spesso le due condizioni si manifestano insieme. Tuttavia, si tratta di disturbi diversi: nel caso del reflusso gastroesofageo, infatti, sono i succhi gastrici, che hanno un pH basso e sono quindi acidi, a provocare i sintomi risalendo dallo stomaco all’esofago, mentre nel reflusso biliare è la bile, una sostanza alcalina o basica, a risalire nello stomaco o nell’esofago.
Generalmente il reflusso gastroesofageo è considerato più comune del reflusso biliare, ma se i farmaci utilizzati per il trattamento del reflusso gastroesofageo non sortiscono gli effetti desiderati, il paziente dovrebbe sempre contattare il medico, in quanto è altamente probabile che si tratti di reflusso biliare. Negli individui sani, infatti, il reflusso biliare è abbastanza raro, mentre si tratta di una condizione più comune in coloro che soffrono di malattia da reflusso gastroesofageo, in particolare quelli con esofagite grave e/o esofago di Barrett.
Inoltre, è importante notare che alcune delle manifestazioni caratteristiche del reflusso biliare sono comuni ad altre patologie o condizioni a carico dell’apparato digerente.
Per questo motivo, quando compaiono i sintomi del reflusso, è importante rivolgersi al medico, per confermare la diagnosi, chiarire la natura del disturbo (in particolare se si tratta di reflusso acido o alcalino o di entrambi) e la causa, e per definire la terapia più appropriata.
Il reflusso biliare, quando è frequente, può provocare alcune complicazioni, dovute all’azione continuata di alcune sostanze contenute nella bile sulla mucosa gastrica e sulla mucosa esofagea, che a lungo andare si deteriorano. Lo sviluppo di una patologia correlata al reflusso è più probabile quando sono presenti sia il reflusso acido sia quello biliare in forma persistente: gli acidi e la bile, infatti, possono provocare corrosione e infiammazione delle mucose dell’apparato digerente.
Le complicazioni che possono comparire in questa situazione sono:
Considerando la gravità delle possibili complicazioni che possono derivare dal reflusso biliare, è fondamentale non sottovalutare i sintomi e rivolgersi a uno specialista per ottenere chiarimenti sul proprio stato di salute.
La risalita di bile dal duodeno è dovuta al malfunzionamento delle valvole che regolano il passaggio del cibo ingerito attraverso i diversi tratti dell’apparato digerente: il piloro, che si trova tra lo stomaco e il duodeno, e lo sfintere esofageo inferiore (cardias), situato nell’area di congiunzione tra l’esofago e lo stomaco.
Normalmente, nel corso del processo digestivo, la valvola pilorica si apre solo in parte per far passare il cibo dallo stomaco al primo tratto dell’intestino, impedendo allo stesso tempo il flusso in senso inverso, cioè la risalita del contenuto del duodeno nello stomaco. In modo analogo, lo sfintere esofageo inferiore dovrebbe permettere solo il passaggio del cibo dall’esofago allo stomaco, rimanendo chiuso nel senso opposto.
La risalita di bile nello stomaco, quindi, dipende dal cattivo funzionamento del piloro, mentre un’anomalia nel funzionamento sia del piloro sia dello sfintere esofageo inferiore, consente il reflusso di bile fino all’esofago.
In generale, le possibili cause del malfunzionamento delle valvole sono diverse:
L’esatta causa del reflusso biliare può essere identificata dal medico solo a seguito di apposita visita, completa di test ed esami diagnostici, volti all’individuazione di una terapia adatta a lenire la sintomatologia e ripristinare il benessere del paziente. Per questo motivo, è fondamentale richiedere un consulto mirato.
L’individuazione della strategia terapeutica più indicata per il trattamento del reflusso biliare passa per un’accurata diagnosi da parte del medico. Quest’ultimo analizzerà, innanzitutto, i sintomi riferiti dal paziente, ma dovrà prestare molta attenzione a distinguere il reflusso biliare da quello gastroesofageo; considerando il quadro sintomatologico molto simile tra le due condizioni, lo specialista potrà suggerire al paziente di sottoporsi a specifici esami volti non solo a distinguere le due cause, ma anche a verificare l’eventuale presenza di danni agli organi coinvolti nel processo digestivo (esofago e stomaco).
Tra i principali esami utilizzati per diagnosticare il reflusso biliare vi sono:
La cura per il reflusso biliare è, in generale, più complessa rispetto a quella per il reflusso gastroesofageo: le modifiche da apportare al proprio stile di vita, infatti, non contribuiscono al miglioramento dei sintomi, così come le opzioni offerte dalla terapia farmacologica sono infatti più limitate. Per questo motivo, in caso si sospetti di soffrire di reflusso biliare, è indispensabile il ricorso al consulto medico.
Per quanto riguarda i farmaci che possono essere prescritti per il trattamento della condizione vi sono:
Nel caso in cui il reflusso biliare sia particolarmente grave e i farmaci non risultino efficaci per il trattamento delle condizioni, il medico può consigliare il ricorso all’intervento chirurgico. Con la chirurgia, infatti, è possibile correggere eventuali malformazioni del sistema gastrointestinale, così come risolvere eventuali problematiche legate ad altri interventi chirurgici.
In generale, esistono due principali opzioni chirurgiche che possono essere effettuate:
Le misure basate sul cambiamento dello stile di vita e dell’alimentazione, così come i rimedi naturali, per la gestione del reflusso biliare sono di solito meno efficaci nel prevenire e controllare i sintomi rispetto a quanto avviene per il reflusso gastroesofageo, e vanno concordate con il medico all’interno di una strategia terapeutica. Nonostante questo, se si considera che molte persone che soffrono di reflusso biliare soffrono anche di reflusso gastroesofageo, alcuni accorgimenti possono risultare comunque utili.
Di seguito sono riportati alcuni consigli per prevenire o limitare i disturbi.
Infine, è fondamentale ricordare la necessità di rivolgersi al medico se si hanno i sintomi del reflusso, in particolar modo se questi non accennano a migliorare nel breve periodo o se si manifestano in concomitanza ad altri segnali a livello addominale. L’intervento tempestivo è fondamentale per ritrovare il benessere e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
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