Il termine “dispepsia” è spesso incomprensibile per chi non ha dimestichezza con il greco o con il “medichese”. A quale problema medico si riferisce questo termine? Quali organi interessa? Quali fastidi può creare? E quali rimedi e terapie possono aiutare ad alleviarli? Scopriamolo insieme.
Dispepsia significa “cattiva digestione” (dal greco “dys“, difficile, e “pepsis“, digestione) e corrisponde all’insieme di disturbi e malesseri che insorgono quando l’apparato digerente viene sottoposto a un lavoro superiore alle proprie capacità fisiologiche oppure quando sono presenti alterazioni acute o croniche della funzionalità dello stomaco o patologie specifiche del tubo digerente o degli organi associati (in particolare, fegato, pancreas e cistifellea/vie biliari) che interferiscono con una buona digestione.
Dopo pasti abbondanti o comprendenti cibi molto impegnativi da digerire, le difficoltà digestive tipiche della dispepsia possono configurarsi come una vera e propria indigestione acuta oppure presentarsi in modo più sfumato e costante dopo i pasti abituali, anche non particolarmente “pesanti” (dispepsia cronica).
Nel primo caso, i disturbi digestivi acuti comprendono:
Mentre la digestione procede, compaiono anche bruciore di stomaco, rigurgito acido, dolore epigastrico (nella parte superiore dell’addome, sopra lo stomaco) e un’acidità di stomaco che, in alcuni casi, può essere tale da indurre il vomito. Se ciò non avviene, dopo 1-2 ore, al mal di stomaco si aggiungono disturbi a carico dell’intestino, come meteorismo e flatulenza.
Per chi soffre di dispepsia cronica il malessere gastrico e intestinale è generalmente più modesto, ma ripresentandosi in modo regolare e persistente dopo i pasti può peggiorare in modo significativo la qualità di vita. In particolare, nelle persone che presentano digestione difficile è tipica l’insorgenza di:
In genere, la dispepsia cronica comporta una digestione lunga (anche a causa di un rallentato svuotamento dello stomaco) e la presenza di gonfiore addominale, meteorismo, flatulenza, spesso accompagnati anche da alterazioni della motilità intestinale e stitichezza o diarrea.
I sintomi della dispepsia possono creare un disagio significativo durante il giorno e interferire con l’efficienza nello studio e nel lavoro soprattutto nelle prime ore del pomeriggio, ma diventano più difficili da sopportare quando si va a letto. Non appena ci si corica, infatti, ai disturbi digestivi già citati si aggiunge il reflusso gastroesofageo, caratterizzato dalla risalita spontanea dell’acido dallo stomaco verso l’esofago e dal tipico dolore epigastrico. Questi fenomeni possono persistere per diverse ore e disturbare notevolmente il sonno.
Se si inizia a soffrire di dispepsia/cattiva digestione non legata a cattive abitudini alimentari o a recenti cambiamenti dello stile di vita che possano essere facilmente identificati, il primo consiglio è rivolgersi al medico per una valutazione della sintomatologia e l’indicazione delle terapie più appropriate. Questa raccomandazione va seguita soprattutto se a soffrire di difficoltà digestive persistenti è un bambino, una persona con più di 50 anni o un anziano perché in queste fasi della vita una dispepsia significativa priva di cause evidenti può interferire con una corretta nutrizione ed essere associata a malattie gastroenteriche specifiche o a intolleranze alimentari.
Dal momento che i sintomi della dispepsia sono aspecifici e possono essere causati da diverse condizioni cliniche, qualora i sintomi non si risolvessero in pochi giorni è sicuramente utile consultare il Medico di Medicina Generale.
Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le difficoltà digestive di cui si può soffrire comunemente sono legate a un’eccessiva secrezione di succhi gastrici o a disturbi di tipo funzionale non meglio precisati (dispepsia funzionale) che possono riguardare soltanto lo stomaco o anche l’intestino.
In queste situazioni, per alleviare il bruciore di stomaco, il senso di pesantezza e il gonfiore addominale dopo i pasti, si può assumere un preparato antiacido, per esempio a base di carbonato di calcio, bicarbonato di sodio, idrossido di magnesio, idrossido di alluminio in compresse o granulato da sciogliere in bocca, in grado di garantire un immediato “effetto tampone”. Un principio attivo capace di contrastare la formazione di gas intestinale, come per esempio il simeticone o carbone vegetale, permette di ottenere un effetto più completo sui principali sintomi della dispepsia funzionale o indotta da pasti abbondanti.
Lo stesso tipo di rimedio è indicato anche quando è presente reflusso gastroesofageo per placare in modo rapido l’acidità di stomaco occasionalmente non controllata dalle terapie di base anti-reflusso. Questa evenienza può capitare se si “sgarra” a tavola, mangiando cibi che dovrebbero essere evitati da chi soffre di reflusso gastroesofageo, se si assumono farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che irritano la mucosa gastrica oppure in periodi di particolare nervosismo, ansia o stress, perché la secrezione acida gastrica può essere notevolmente influenzata da fattori psicoemotivi.
Tuttavia, se ci si accorge che la necessità di assumere antiacidi diventa troppo frequente, è bene tornare dal medico perché con ogni probabilità la terapia inizialmente prescritta non è più sufficiente a tenere sotto controllo l’iperacidità di stomaco e il reflusso.
Le cause della digestione difficile sono numerosissime e possono essere legate a disfunzioni o malattie acute o croniche dello stomaco, dell’intestino o degli organi che supportano il processo digestivo.
La funzionalità di stomaco e intestino può essere compromessa anche in caso di:
Tra le principali cause di dispepsia acuta o cronica si possono ricordare:
L’attività dell’apparato digerente è influenzata da moltissimi fattori interni ed esterni all’organismo. Anche se non tutti sono controllabili a nostro piacimento, esistono diversi accorgimenti e abitudini quotidiane che possono favorire la buona digestione e ridurre il rischio di ritrovarsi a fare i conti con bruciore di stomaco, pesantezza, gonfiore addominale, meteorismo e tutti gli altri disturbi associati alla dispepsia occasionale o cronica.
Il primo aspetto da considerare è, inutile dirlo, l’alimentazione, che deve basarsi su cibi freschi, sani e facili da digerire. La dieta mediterranea è perfetta per garantire la buona funzionalità dell’apparato digerente, sia perché è caratterizzata dalla prevalenza di cereali, frutta, verdura, pesce e carni bianche, cucinati in modo semplice e conditi perlopiù con olio d’oliva, sia perché i micronutrienti che fornisce (vitamine e antiossidanti) aiutano a tutelare la mucosa gastrica e dell’intestino.
Tra gli alimenti da evitare, invece, vanno ricordati:
Altra abitudine da eliminare è quella del fumo. Da usare con cautela anche i farmaci da banco, i prodotti erboristici e gli integratori: molti possono causare diversi fastidi allo stomaco, se non usati correttamente, soprattutto nelle persone sensibili e negli anziani. In particolare, va ricordato che, anche se sono acquistabili senza ricetta medica, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) non sono esenti da effetti collaterali a livello dell’apparato digerente e non se ne deve abusare.
Per favorire la buona digestione e la motilità intestinale è fondamentale anche praticare regolarmente attività fisica. L’ideale è combinare un’attività fisica strutturata di media intensità (corsa, bicicletta, nuoto, ginnastica, sport di squadra ecc.), da svolgere per 45-60 minuti almeno 2-3 volte alla settimana, con la sana abitudine a muoversi il più possibile ogni giorno (spostandosi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici; evitando di usare ascensori e scale mobili ecc.). Molto utile, soprattutto se si soffre di digestione lunga o reflusso gastroesofageo, è anche passeggiare per circa 15-20 dopo i pasti principali. Vietato, invece, sedersi in poltrona o coricarsi subito dopo cena.
Altre regole di base per aiutare il processo digestivo e prevenire malesseri comprendono: