Con il termine “aerofagia” si intende una deglutizione eccessiva e ripetitiva di aria. In realtà, nell’apparato digerente di ogni individuo è sempre presente una certa quantità di aria, che viene ingerita o che si forma nello stomaco e nell’intestino a seguito di processi chimici; basti pensare che, solo mangiando e bevendo, è possibile inghiottirne circa due litri al giorno.
Questi gas vengono in genere riassorbiti o espulsi tramite eruttazioni o flatulenze durante la giornata e anche mentre si dorme. Tuttavia, se viene ingerita troppa aria, oppure se in seguito alla fermentazione di alcuni nutrienti da parte della flora batterica intestinale si producono quantitativi eccessivi di alcuni gas, si possono manifestare disturbi fastidiosi.
L’aerofagia può essere cronica, cioè protrarsi a lungo nel tempo, o acuta, e può essere correlata a fattori fisici e psicologici. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, questo problema non necessita di cura da parte di specialisti e può essere risolto con un’attenta prevenzione.
I sintomi dell’aerofagia includono:
Inoltre, talvolta si manifestano anche nausea, diarrea o stipsi. Nei bambini piccoli, spesso l’aerofagia causa pianti incontrollati. In casi particolarmente gravi, il gonfiore a livello dello stomaco può interferire con il battito cardiaco, dando luogo a tachicardia, o anche con la respirazione.
Le cause dell’aerofagia possono essere diverse. Di frequente questo disturbo origina da abitudini alimentari scorrette, che portano a una eccessiva deglutizione d’aria, come per esempio:
Inoltre, anche fumare, respirare con la bocca durante un esercizio fisico impegnativo e indossare protesi dentarie larghe sono tutte situazioni che possono causare un accumulo di aria nell’apparato digerente. Altre cause molto comuni sono diete alimentari scorrette e intolleranze verso alcuni alimenti, come lattosio o glutine. Infine, anche ansia e stress possono causare un’ingestione eccessiva di aria.
Il problema si può presentare anche in persone con patologie che rendono necessario l’uso di macchinari per aiutare la respirazione, come nel caso della ventilazione non invasiva, che prevede l’utilizzo di un supporto respiratorio che ricopra il naso o la bocca.
In gravidanza, la motilità gastrointestinale rallenta per motivi fisiologici, e, poiché lo svuotamento dello stomaco e dell’intestino avviene in tempi più lunghi, possono comparire disturbi gastrointestinali, tra cui proprio l’accumulo di aria nell’apparato digerente.
Talvolta, l’aerofagia può essere invece la spia di un problema di salute, in particolare se si manifesta in aggiunta ad altri sintomi intestinali o gastrici.
Tra le patologie che possono causare aerofagia, possiamo citare:
Quando il problema si presenta per lungo tempo, non se ne capisce la causa, e arriva a minare il benessere della persona, è meglio rivolgersi al medico, che potrà, dopo le necessarie visite, prescrivere alcuni esami. La diagnosi di aerofagia, in assenza di patologie o problemi acuti o cronici che spieghino la situazione, si basa sul riscontro per almeno due mesi di:
Se l’aerofagia causa disturbi fastidiosi è bene rivolgersi al proprio medico. Una terapia che può risultare utile è quella a base di farmaci come il simeticone e il dimeticone. Queste sostanze distruggono le bolle di gas, in modo da facilitarne l’espulsione o il riassorbimento.
Anche il carbone vegetale, un minerale prodotto da legni naturali, può alleviare i sintomi catturando i gas intestinali sulla sua superficie.
Esistono inoltre alcuni rimedi naturali che possono aiutare a liberarsi del fastidio dato dal gas, come per esempio tisane a base di finocchio, camomilla e melissa, che vengono talvolta utilizzate anche nei bambini piccoli. Se oltre al gonfiore addominale è presente anche nausea, può essere indicata l’assunzione di estratti di carciofo o di cardo mariano, che hanno una funzione digestiva.
Assumere fermenti lattici può invece migliorare la situazione indirettamente, soprattutto in caso di colon irritabile, in quanto favoriscono l’equilibrio della flora batterica intestinale, responsabile della produzione di gas derivanti dalla fermentazione delle sostanze nutrienti nell’intestino.
Con un’attenta prevenzione è possibile ridurre, se non addirittura eliminare, il rischio di manifestare i sintomi dell’aerofagia. Gli esperti consigliano di:
È poi molto importante trattare qualsiasi patologia di base, come l’ansia, che potrebbe contribuire all’aerofagia.
Un altro punto fondamentale è la composizione della dieta quotidiana; infatti, con cambiamenti anche minimi dell’alimentazione si possono prevenire gran parte dei sintomi. Per chi non è allergico al glutine, i carboidrati complessi, presenti in pasta, riso, cereali, sono gli alimenti più facilmente digeribili e che, se cotti al punto giusto e conditi senza troppi grassi, causano una minore formazione di gas nell’intestino, riducendo quindi anche la flatulenza.
Quello che invece può aumentare il gonfiore, e causare anche bruciori di stomaco, nausea e crampi, sono prodotti da forno a base di cereali lievitati, come pane, pizza e focaccia, soprattutto se sono integrali e con semi. Il fruttosio contenuto nella frutta, in particolare in quella molto dolce (come banane, albicocche, prugne, fichi) o molto matura, causa fermentazione, per cui è meglio dirigere la scelta verso frutti più amari e acerbi.
Per lo stesso motivo, tra le verdure sono da evitare quelle ricche di fibre insolubili, come cavoli, broccoli, cipolle, scalogno, porri e aglio. Se si soffre di gonfiore addominale e meteorismo, poi, è decisamente meglio evitare di consumare legumi.
Il latte può causare problemi intestinali, acidità e bruciore di stomaco, crampi e diarrea in caso di intolleranza al lattosio. Tuttavia, per migliorare la funzionalità dell’intestino e contrastare tanto la diarrea quanto la stitichezza, è possibile anche a chi è intollerante al lattosio consumare formaggi stagionati, yogurt e bevande probiotiche.
Anche quello che si beve può essere alla base dell’aerofagia, di eruttazioni e tensione addominale: le bevande gassate devono essere accuratamente evitate, soprattutto durante i pasti, sia quelle contenenti zucchero, sia quelle con dolcificanti sintetici, in quanto facilitano l’accumulo di gas intestinali; al loro posto, si consiglia di consumare acqua naturale, infusi e tisane.