COME AIUTARE LA DIGESTIONE:
CONSIGLI E CHE COSA EVITARE

La digestione è un processo complesso in cui entrano in gioco numerose variabili. Per scongiurare problemi digestivi è necessario fare attenzione al proprio stile di vita: una corretta alimentazione, praticare attività fisica ed evitare scorrette abitudini è fondamentale.

COME AIUTARE LA DIGESTIONE:  CONSIGLI E CHE COSA EVITARE

La digestione è un processo complesso, che permette di trasformare ciò che si mangia in energia e nutrienti necessari per il funzionamento corretto dell’organismo e per mantenersi in salute. Questa funzione vitale coinvolge l’apparato digerente, sostanzialmente un lungo tubo che partendo dalla bocca arriva fino all’ultimo tratto dell’intestino, il retto: lungo questo percorso i cibi e le bevande ingerite subiscono diverse trasformazioni e vengono attaccati da succhi gastrici, enzimi digestivi e microrganismi intestinali. Carboidrati, proteine e grassi sono così scomposti in parti sufficientemente piccole da essere assorbite dall’organismo e utilizzate per ricavare energia, per la crescita e per la riparazione cellulare.

Il cibo triturato dai denti e mescolato con la saliva viene deglutito e spinto, grazie alla peristalsi, ovvero la contrazione e il rilassamento dei muscoli degli organi cavi dell’apparato digerente (esofago, stomaco, intestino tenue e crasso).

Una volta arrivato nello stomaco, il cibo si miscela con i succhi prodotti dalle ghiandole situate sulla mucosa gastrica, composti prevalentemente da acido cloridrico ed enzimi digestivi, tra i quali la pepsina, mentre la peristalsi favorisce il rimescolamento continuo.

Dallo stomaco il prodotto di questa lavorazione passa nel duodeno, dove si mescola con la bile e il succo pancreatico per completare la scomposizione di proteine, carboidrati e grassi.

Nel passaggio attraverso l’intestino tenue comincia anche l’assorbimento dei nutrienti ottenuti dalla digestione, effettuato dai villi intestinali che ricoprono la mucosa.

Questo processo termina nell’intestino crasso, dove i prodotti di scarto vengono spinti, sempre grazie alla peristalsi, verso il retto, dove vengono evacuati sotto forma di feci.

La durata di questo lungo viaggio del cibo varia da persona a persona. Mediamente servono 6-8 ore per attraversare lo stomaco e l’intestino tenue e altre 36 ore per percorrere il colon. Complessivamente, l’intero processo – dal momento in cui si ingerisce un alimento al momento in cui questo lascia il corpo sotto forma di feci – può durare tra i due e i cinque giorni, a seconda dell’individuo.

Quando tutto funziona come dovrebbe, la digestione procede senza creare disturbi. Quando le cose non filano lisce, invece, è facile accorgersene. I sintomi di una digestione lenta o difficile passano raramente inosservati: bruciore di stomaco, mal di pancia, sensazione di pesantezza o di sazietà, gonfiore addominale, gorgoglii, eccesso di produzione di gas intestinali (meteorismo), rigurgiti, eruttazioni frequenti, nausea.

Una cattiva digestione, chiamata anche dispepsia, può verificarsi per diversi motivi, legati per esempio all’alimentazione, allo stile di vita, allo stress, all’assunzione di alcuni farmaci. Può anche essere il sintomo di disturbi del tratto digestivo come il reflusso gastroesofageo o la gastrite. Per questo, quando la dispepsia è ricorrente e si presenta con frequenza e regolarità è bene rivolgersi al medico per accertare eventuali cause patologiche.

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